mercoledì 29 ottobre 2025

Artemisia - Parte II

 


Il tempo che passammo fronte contro fronte sembrò infinito….
Di colpo mi risvegliai da quell’oblio… “ stai meglio?” le chiesi.
Lei alzò gli occhi, mi fissò per un secondo.. “ ora va meglio”.
“Bene ragazza allora ora si mangia perché si e’ fatta una certa, come si dice a Roma e il mio stomaco inizia a fare rumori poco decenti”.
Lei sorrise. Dio come era bella quando lo faceva…il sorriso le partiva dagli occhi ma poi esplodeva in tutto il viso…. Disarmante da quanto era bella.
“ Quindi cosa abbiamo in casa per inventare una cena?” le dissi sorridendo.
“ a dire la verità io non sono una grande cuoca e spesso non ho nemmeno il tempo per provare ad esserlo”
“ Allora facciamo cosi. Io apro il frigo e guardo cosa trovo…. Sono diventato piuttosto bravo ad inventare cene dal nulla”
Aprii il frigo ma non c’era quasi nulla dentro. Del latte senza grassi, due lattine di tè senza zucchero, due zucchine che avevano già scritto ad Amnesty International per farsi salvare e due pomodori che ancora avevano una dignità.
“ Misia sei uno scandalo…. Non c’è’ nulla qui nel frigo…. Capisco voler tenere il fisico in forma ma ogni tanto mangiare ti potrebbe aiutare…. Per quanto voglio precisare che tu sia in piena forma, prima che parta una discussione infinita sul tuo modo di vivere, sul tuo o non tuo peso e sul tuo stile di NON mangiare”
Mentre le parlavo la fissavo… non riuscivo a staccarle lo sguardo di dosso…. Misia era magnetica, affascinante, indubbiamente bella ma c’era altro… un’ attrazione ancestrale.
Non era molto alta, direi ad occhio un metro e sessantacinque, occhi colore del muschio di bosco, un verde irradiato di marrone, decisamente affascinanti.
Fisicamente sportiva, spalle belle dritte, una vita stretta e due fianchi perfettamente in linea con le spalle…. Faceva sport, non avevo dubbi… la sua fisicità era scolpita e si vedeva anche attraverso i vestiti. Capelli lunghi neri e mossi, quasi ricci. Insomma Misia era una gran bella ragazza.
Lei mi fissò di nuovo con quello sguardo che poteva voler dire tutto…. Poteva essere lo sguardo di una missionaria e quello di una serial killer mischiati insieme cosi da confonderti. “ Io non sono quasi mai per troppi giorni in casa e se avessi un frigo pieno butterei sempre via tutto” mi disse con sguardo serio.
“ ok…” dissi.
“ Hai del peperoncino e dell’aglio? Olio non te lo chiedo nemmeno…. Spero ci sia a meno che non sia di semi di soia filtrati e ridotti al nulla visto tutto il dietetico che hai in frigo” le dissi ridendo.
“ Sai che sei proprio un po’ scemo?” mi disse ridendo e tiro’ fuori olio, aglio e peperoncino fresco.
“ok visto che fai la figa… e mi prendi pure per il culo…. La pasta la abbiamo? E se mi tiri fuori della pasta che non sia seria, tipo integrale o alla farina di marijuana o robe simili vado a cercare i tipi di oggi pomeriggio e li faccio entrare in casa a finire il lavoro.”
La gomitata nel fegato mi arrivò leggera ma cosi immediata che non me ne accorsi…. “ Misia… ma sei matta? Porca di una Eva… la prossima volta te li faccio stendere a te quei due pirla… “ Le dissi leggermente dolorante dalla botta presa…. Ben data, perfetta….. piu’ ferito nell’orgoglio che nel fisico visto che nemmeno mi sono accorto che stava arrivando.
“ Brava, bel colpo ben assestato ma solo perché ero distratto da quanto sei bella “ le dissi ridendo.
La cosa che mi faceva impazzire di lei era che diventava rossa ai complimenti pur se iniziavo a pensare, piu’ passavo il tempo con lei, che sarebbe stata capace di uccidermi con una limetta per le unghie.
“ senti se la smetti di fare il cascamorto e prepari cena credo che sia meglio visto che anche io inizio a sentire rumori strani nella pancia e per una signora non sono dignitosi “ mi disse sempre con quel maledetto sorriso sul viso.
“ ok allora tira fuori la pasta e io ti preparerò un aglio, olio, peperoncino e pomodorini che ti farà godere le papille gustative! Sai sono quasi certo che dopo che la avrai mangiata mi salterai addosso e farai l’amore con me tutta la notte” le dissi scherzando.
Misia sgranò gli occhi. “ Se io ti saltassi addosso tu ci staresti?” mi disse seria.
“Oddio Misia.. questa e’ una domanda che merita un momento di riflessione” le dissi altrettanto serio. Cadde il silenzio mentre il sugo iniziava a sfrigolare nella padella.
“lasciami fare il sugo e poi ti rispondo” le dissi mentre le mani mi iniziarono a tremare… Ora cosa le dico, pensavo dentro di me…. Dio me la mangerei ora, qui sul tavolo della cucina talmente è bella e sensuale… Sono anni che non ho una storia con una donna ma non posso farlo ora, butterei via una cosa che al momento penso sia preziosa.
Per poco non bruciavo il sugo perso nell’intensità dei miei pensieri.
“ vieni a tavola Misia. Quello che sono riuscito a rianimare dalla tua cucina pare venuto pure bene” le dissi mentre le servivo la pasta nel piatto.
Mentre mi concentravo sul sugo e sulla sua domanda di prima, non mi ero nemmeno accorto che aveva apparecchiato tavola. In modo elegante ma semplice, come piace a me…. Bei piatti e bei bicchieri. Una tovaglia violetta con tovaglioli stesso tono e pure un vasetto di fiori al centro del tavolo.
La cena fini’ in un secondo… avevamo fame…. Mangiammo in silenzio. Ogni tanto uno dei due alzava gli occhi a scrutare l’altro.
“ Sei stato bravo. Buonissima, forse la più’ buona pasta aglio e olio che mangio da anni” mi disse.
“No non farei l’amore con te ora” Le dissi di botto… mi usci dalla bocca senza che il mio cervello lo ordinasse. Lei aveva l’ultimo boccone di pasta in bocca e per poco non soffocò. La sua espressione era bellissima.. non saprei descriverla.. un misto di tutte le sensazioni ed emozioni che un corpo può esprimere. Si alzò dalla sedia, si avvicinò e mi baciò. Un bacio leggero questa volta rispetto a quelli di prima. Si giro con la sua movenza elegante e torno a sedersi.
Nuovamente il silenzio regnava sovrano nella stanza.
Lei mi fissava e inizio a parlare lentamente “ Sei il primo uomo che mi dice di no.. ti prego non capire male, non e’ che io vada in giro a proporre notti di sesso al primo che incontro e nemmeno al secondo ma che con la battuta che ti ho fatto tu avresti potuto approfittarne… davanti a quello che ti ho detto prima chiunque avrebbe provato a saltarmi addosso. Tu no. E questo mi ha spiazzato.” “L’ho assolutamente apprezzato” continuò “perché la mia era una sfida ma il tuo modo di dirmi che non lo avresti fatto mi ha incuriosito. Perché sei stato cosi deciso nel dirmi di no? “
Mi alzai e mi inginocchiai davanti a lei. Raccolsi i pensieri e le dissi “ per un attimo il mio cervello ha avuto un brivido.. Una meraviglia di donna come te che mi fa una battuta del genere? Ma ti dico la verità Misia. Indipendentemente dal fatto che ci conosciamo da poche ore anche se forse non e’ proprio cosi e un giorno ti spiegherò cosa voglio dire con questo, fare l’amore con te ora, cosi presto, sarebbe per me sprecare milioni di piccoli momenti che io e te potremmo, forse, vivere in futuro…. E io me li voglio godere quei momenti. Se mai un giorno io e te faremo l’amore sarà perché saremo stati travolti da un tornado di emozioni” “La verità Misia, quello che penso ora… tu non sei una da scopare… tu sei una da vivere dal fuori al dentro e non per una notte… Tu sei bella a 360 gradi e in modo imbarazzante.”
“ Tu sei Arte Misia “ le dissi giocando con il suo nome “ e l’arte va conosciuta, osservata ed assaporata prima di pensare di poterla possedere”.
Misia rimase in silenzio per un po', poi si sporse verso di me e mi baciò sulla fronte, con intensità.
“mi hai letteralmente stordita con quello che hai detto”. Alzò gli occhi e girò lo sguardo per la stanza. Tornò a fissarmi con quel bosco che aveva negli occhi. “ Sai credevo che al mondo non esistessero piu’ persone come te. Uomini, che non hanno paura di dire quello che sentono e sopratutto che lo provano non lo dicono per abitudine. Allora al mondo non ci sono solo maschi senza identità e sentimento.. allora esistono persone che ancora credono che un bacio o un bel momento trascorso insieme sia meglio di una scopata di una notte.”
Ci fissammo negli occhi, non mi accorsi nemmeno che le stavo tenendo le mani….
Misia era questo…. Emozione stordente allo stato puro.

(Continua...)

Il Lupo








lunedì 27 ottobre 2025

Artemisia (revised)

 




 Era un periodo in cui stavo spesso in casa chiuso… mia mamma era stata per mesi in ospedale, un sacco di problemi di salute e alla fine operata al cuore.

Stava meglio anche se aveva sempre bisogno di un minimo di assistenza… quantificare minimo e’ difficile ma e’ tua madre… per tutto quello che ha sempre fatto per te qualsiasi cosa si può’ definire minimo.

Comunque ora che stava meglio potevo uscire un po’ senza avere l’ansia che si sentisse male da un momento all’altro. Aveva ripreso piano piano le sue abitudini e poteva essere lasciata da sola per un po' .

Io ne approfittavo per fare due passi… Il periodo della malattia, durato circa tre anni tra un ricovero e l’altro e l’operazione finale era stato decisamente impegnativo….. ogni tanto due passi cercando di svuotare la mente erano fondamentali per non crollare psicologicamente.

Quindi passeggiavo sempre nel mio quartiere cosi da non essere troppo lontano da casa e in caso di emergenza poter rientrare subito.

Sopra casa mia c’è una bella salita che mette alla prova fiato e gambe ma, tagliando e passando davanti ad un palazzo invece di girarci intorno si trova una scala, una “ creusa” come la chiamiamo qui a Genova. La creusa taglia un bel po’ di cammino ma e’ da gambe di genovese, abituato alle infinite salite della città oppure da arrampicatore di montagna.

La strada porta alla zona dove c’è il campus universitario e li intorno all’edificio principale dove ci sono le aule e gli spazi dedicati agli studenti si trova un bel parco con tanti alberi e con delle panchine dove sedersi a respirare un po' d’aria buona pur essendo a 200 metri da una delle arterie principali del traffico della città. Ci sono sempre ragazzi giovani che vanno e vengono oppure stanno seduti sulle panchine o nei prati a leggere, studiare, ascoltare musica…. Insomma un posto che rilassa e visto che in città ce ne sono sempre pochi e questo è vicino a casa ci vado spesso.


Quindi per fare una bella passeggiata vado li, tagliando sempre dalla scorciatoia del palazzo.

Cammino piano piano e mi godo la giornata di sole settembrino con la temperatura ancora bella calda pur essendo in un quartiere della città dove spesso tira un vento assurdo quando sento un urlo femminile che mi scuote dai miei pensieri.

Arriva da dietro l’angolo del palazzo… corro verso il punto da dove ho sentito arrivare il suono e trovo una ragazza con due ragazzi intorno che la tengono bloccata contro il muro del palazzo cercando di scipparla. Uno la tiene ferma e l’altro cerca di strapparle la borsa che lei tiene con forza.

Non esito un momento. In passato ho fatto arti marziali per alcuni anni tra cui il Krav Maga che e’ una sorta di metodo di autodifesa-attacco sviluppato dal Mossad Israeliano… un metodo micidiale di attacco per difesa.

Con un balzo da dietro l’angolo del palazzo prendo quello di spalle alla sprovvista.. era concentrato sul cercare di strapparle la borsa e da dietro gli pianto gli indici delle mani negli occhi, fa un male cane, fidatevi.

Lui si gira mezzo accecato e si prende due pugni in gola, esattamente un centimetro sopra il pomo di Adamo, cosi non respiri molto bene per un paio di minuti e per essere certo di metterlo fuori combattimento gli piazzo anche un bel calcio nelle palle… Vi assicuro che nell’insieme dei colpi per 10 minuti minimo non sai nemmeno chi sei… ma senza danni permanenti.

L’altro aggressore molla la ragazza e tira fuori un coltello puntandolo verso di me.

Io gli dico con molta calma, vedendo la sua mano tremare notevolmente cosa che non è proprio da criminali incalliti “ sei sicuro di quello che stai per fare? Non ti vedo molto sicuro e io ti faro’ male, tanto male se non te vai”.

Lui sprezzante e probabilmente pure fatto di qualche droga, fa un passo avanti e mi ripunta il coltello agitandolo nell’aria… Se hai fatto un certo tipo di arte marziale come il Krav Maga non pensi…. In un miliardesimo di secondo agisci… Alla seconda sventolata di coltello ad un metro dalla mia faccia mi levo la cintura dei jeans e gli tiro una cinghiata sul braccio con la cintura dalla parte della fibia… la cintura si arrotola intorno al braccio e si auto blocca su se stessa, lo tiro verso di me e gli pianto un pugno sul naso cosi forte che mi sono fatto male io…. Lui riesce a sfiorarmi il braccio con il coltello ma ormai e’ sbilanciato verso di me e prende una seconda cartella sul naso che lo stende…. Cade a terra, molla il coltello che allontano con un calcio e il secondo calcio glielo pianto nei reni… e cosi sono due i coglioni lunghi per terra con qualche problema a rialzarsi.

Mi giro verso di lei che ancora e’ immobilizzata dal terrore e mentre sto per parlare lei mi guarda e con voce rotta dalla paura mi dice sbiancando in volto : “Ti prego portami via da qui, sto per avere una crisi”

“ In che senso, cosa ti senti? E dove vuoi che ti porti?” le chiesi controllando che i due per terra chiaramente un po' rantolanti non si rialzassero.

Lei si appoggiò al muro del palazzo con movimenti lenti e mi disse : “ sto per avere un attacco di panico, ti prego portami a casa”

“ Si ma dove abiti?” le chiesi avvicinandomi.

“Abito qui dietro l’angolo… ti prego andiamo non voglio stare male per strada.”

La presi sorreggendola dolcemente per la vita e la portai davanti al portone di casa.

“ Dammi le chiavi, ci penso io” le dissi.

Entrammo nel portone e lei quasi senza forze mi indicò il suo appartamento. La portai in casa, tremava come una foglia al vento autunnale e respirava a fatica.

So bene come può’ farti stare un attacco di panico visto che ne ho avuti in passato e so bene che hanno dei sintomi devastanti, sopratutto se non li conosci bene… quando li hai “spesso” impari a gestirli per quanto siano momenti terribili…. Si chiamano attacchi di panico perché hanno gli stessi sintomi del panico…. Cuore che batte a 150 battiti al minuti, tremori, fiato corto, il corpo che si rifiuta quasi di fare quello che il tuo cervello in piena esplosione gli chiede di fare… come la paura, il terrore… uguale, stessi effetti paralizzanti.

Entrammo in casa. Io la sorreggevo sempre ma non sapevo dove andare non conoscendo la casa.

Lei riesce a dirigersi verso la sala.. “ Levati la giacca e mettiti un attimo sul divano. Ti porto dell’acqua.. stai calma e respira piano, dentro dal naso e fuori dalla bocca… arrivo subito”

Andai in cucina e le portai dell’acqua fresca, lei la bevve ma continuò a tremare.

“Hai qualche allergia alle medicine? Puoi prendere delle benzodiazepine perché ti calmerebbero in pochi minuti.”

Io ne ho sempre una boccetta nel borsello, purtroppo ne devo fare uso per problemi avuti in passato che ancora, senza avvertire, si ripresentano e l’unica cosa che mi calma sono quelle.

Lei era bianca come una morta, con un filo di voce mi disse “ no, non ho mai avuto problemi con i medicinali, non ho allergie… non so cosa vuoi darmi ma basta che mi faccia velocemente passare questa cosa ”

Le versai 10 gocce di Valium nel bicchiere dell’acqua le dissi di tenerlo 5 secondi in bocca in modo che le papille della lingua lo assorbissero in parte per velocizzarne l’effetto e poi di buttarlo giù.

“Ora che lo hai bevuto ci vorranno circa 10 o 15 minuti prima di sentirne l’effetto, tu cerca di stare calma e concentrati sul respiro”

“ ti giuro sto impazzendo, non so cosa devo fare… non riesco quasi a respirare” mi disse lei.

“ Lo so è una brutta sensazione. La paura ti alza i battiti del cuore oltre ai limiti normali, ti sale l’ansia e si blocca il diaframma.. i polmoni non riescono ad espandersi ma stai tranquilla che non soffocherai.”

“cerca di concentrarti su altro… vieni qui, facciamo una cosa che di solito funziona. Abbracciami, stringimi forte e ascolta il mio respiro. Respira insieme a me, come respiro io… Inspira dal naso, trattieni il fiato per paio di secondi ed espira dalla bocca. Immagina di essere un’onda del mare… inspira come arriva l’onda ed espira come quando l’onda torna indietro verso il mare, visualizza nella mente l’onda e seguila con il respiro”

Lei mi abbracciò e strinse cosi forte che per poco soffocavo io…

“ stringimi ma non cosi forte oppure soffoco e poi chi ti salva?”

Lei sorrise debolmente, mollò leggermente la presa rimanendomi sempre attaccata come se avesse paura che io svanissi nel nulla. Mormorò un grazie quasi senza fiato… Le dissi di non parlare e di continuare a respirare con calma.

Il Valium iniziò a fare il suo effetto e lei piano piano si rilassò..

“sdraiati un attimo sul divano” le dissi mollando con dolcezza il suo abbraccio….

Lei quasi terrorizzata dal mio “allontanarmi” mi disse “ ti prego sdraiati con me, non andare via ora.. “

Ci sdraiammo sul divano e la tenni stretta sul mio petto… piano piano si calmò e si addormentò.

Rimanemmo cosi abbracciati per un tempo che non saprei definire… forse pochi minuti ma che sembrarono un’eternità.

Lei respirava tranquilla ora ed emanava un profumo che mi faceva emozionare.

Avevo la sua testa, i suoi capelli, a pochi centimetri dal naso e non potevo muovermi altrimenti la svegliavo.. un profumo di pulito e di fiori di campo, di bagnoschiuma, di crema per la pelle e di profumo della sua stessa pelle… quei profumi che ti eccitano mezzo cervello e mezzo lo rilassano, solo che le due sensazioni continuavano ad alternarsi creandomi una situazione di meraviglioso disagio.

Non sapevo nemmeno come si chiamasse…. Una situazione assurda… ero li, sdraiato con addosso una decisamente bella creatura di cui non sapevo il nome e che non conoscevo ma che si era fidata ed addormentata sopra di me come se lo facesse da sempre… come se per lei fosse la cosa più normale del mondo…. E non e’ colpa del Valium perché non stordisce ma rilassa e basta, credo che la situazione l’avesse veramente messa alla prova, spaventata, stordita.

Rimanemmo li cosi abbracciati fino a che la luce fuori si affievolì… iniziava ad imbrunire e a fare fresco… la finestra era aperta e l’aria fresca ed umida di fine settembre iniziava a farsi sentire.

Mi alzai piano piano scivolando dal suo abbraccio e andai a chiudere la finestra… rimasi a fissare fuori dai vetri senza guardare un punto preciso, ero ancora stordito da tutto quello da poco successo.

Stavo rivivendo tutta la situazione perché era avvenuta in modo talmente inaspettato, improvviso e assurdo quando una voce quasi angelica mi riportò alla realtà.

“ ma quanto ho dormito?” mi chiese lei ancora con la voce di chi si è appena ripresa da un sonno profondo.

“un paio d’ore. Infatti non ho più’ l’uso del braccio su cui sei crollata… sto cercando di far tornare il sangue a circolare” le dissi sorridendo.

“ Ma tu sei rimasto qui, con me ?”

“ No, sono uscito a fare due passi lasciandoti in coma sul divano ma poi sono tornato sperando di trovarti ancora viva” le dissi ridendo. “ certo che sono rimasto qui….. e dove dovevo andare, ero un po’ preoccupato che tu stessi bene.”

“ comunque sarai magra ma quando dormi pesi una tonnellata, non potevo muovermi e a dire il vero anche se avessi potuto farlo non lo avrei fatto…. Stavo cosi bene, sangue che non circolava a parte !”

Lei mi guardò con un espressione tra lo stupito e l’incredulo.. Probabilmente non sapeva cosa dirmi… era cosi imbarazzata… “ scusa per tutto questo” mi disse con un mezzo sorriso.

“scusa di cosa?” Senti, facciamo cosi…. Partiamo da dove non abbiamo potuto iniziare perché è successo talmente tutto in fretta che non ci ha dato tempo.

“ io sono Riccardo, avrei preferito conoscerti in altra situazione ma felice di averti incontrato nel momento sbagliato per te ma miracolosamente positivo per come e’ finito, passavo di li per caso sai?”

Lei sorrise, si mise a sedere sul divano ancora un po' stordita. “ quei due bastardi secondo me sono ancora li sotto a rantolare “ disse sorridendo.

“ io sono Misia” mi disse porgendomi la mano.

“Misia? Ti giuro che e’ la prima volta che sento questo nome” “ Che origine hai ?”

“ Mia mamma era spagnola… il mio vero nome e’ Artemisia ma troppo complicato, preferisco Misia e tutti mi chiamano cosi da sempre.”

“Cioè’ tu ti chiami Artemisia?” “ Ma veramente??” le chiesi.

Lei quasi intimidita mi rispose “ Si, Artemisia…. Perché’ me lo chiedi con quel tono?”

Io iniziai a ridere come un matto… Lei cambio’ espressione quasi offesa…

“Scusa ti prego… non prenderla male.. non rido per il tuo nome che e’ bellissimo… ma tu sai cosa è l’Artemisia?”

Mi fisso’ come se fossi un matto… “ è il mio nome e non ne so altro” mi rispose confusa.

“ Ora capisco tante cose del tuo effetto su di me. Aspetta che ti spiego la mia risata di prima.”

“ Con l’artemisia si fa l’assenzio che e’ una bevanda alcolica decisamente buona che arriva dai tempi dei tempi e che se bevuta preparata nel modo corretto e’ rilassante ma anche allucinogena” “Capisci perché sono scoppiato a ridere prima? “ “ Perché probabilmente tu e tutto questo intorno compreso il divano dove sei seduta ora sparirete e io mi troverò seduto da qualche parte dove tutto questo non e’ mai esistito”

Lei si alzò dal divano e mi venne incontro con uno sguardo negli occhi che non riuscivo ad interpretare… uno di quelli sguardi da cui ti potresti aspettare qualsiasi azione… Si avvicinò e mi piantò un bacio sulle labbra di quelli che non ti dimentichi… “ secondo te questo e’ un’allucinazione?” mi disse quasi imbarazzata...a dire la verità era leggermente arrossita.

Io la fissai in quegli occhi di una dolcezza incredibile e le dissi “ Non ne sono certo.. non e’ che se ne potrebbe avere un altra di quella prova? Anche un po’ più’ intenso, solo per capire bene se è realtà o fantasia da allucinogeno?”

Mi piazzò un bacio in bocca che non lasciava dubbi… mi cedettero’ le ginocchia…. Finito di baciarmi appoggiò la fronte contro la mia e rimanemmo cosi per un tempo indefinito…. Sempre quel maledetto profumo che mi saliva nel naso e mi entrava nel cervello rallentandomi le sinapsi e trasportando il mio sangue verso alcune parti periferiche, non credo di dovere spiegare verso dove :-).


Ormai fuori era buio… Ma noi eravamo ancora fermi li fronte contro fronte…. Il tempo si era fermato… non intorno a noi ma dentro di noi. Io avrei potuto passare tutto il resto della vita in quella posizione, con quel profumo nel naso, con quegli occhi che mi scrutavano, che sentivo entrare dentro di me…. Mi stava annusando come io annusavo lei… mi stava esaminando come io esaminavo lei.


 


(... continua ) 


Il Lupo


giovedì 23 ottobre 2025

Sto pensando a te .... che non ci sei e non ci sei mai stata.




Eccomi di nuovo a casa.... Vado e vengo spesso senza metà ma dopo un po' che sono in giro sento il richiamo di casa.... casa.... chissà quale è casa.... quella dove sono ora, quella dove sono stato, quella dove fui o quella dove andrò?? Casa è dove stai bene e se non stai bene da nessuna parte probabilmente casa la devi ancora trovare. Casa e' fatta da mille cose, non sono solo quattro mura con spese da pagare, casa potrebbe essere una tenda nel bosco o una baracca da qualche parte... casa e' dove quando entri e ti siedi ti senti in pace... 

Casa è nel cuore e nella mente... non è uno spazio materiale... lo diventa ma solo se prima lo hai nel cuore e nell'anima..
Tutta questa riflessione che penserete sia da malato di mente, nasce dalla canzone di Vasco in apertura del post....
Sto pensando a te.... bellissima.... bellissima canzone che mi ha fatto riflettere sul fatto che io sto pensando ad una te da tutta la vita..... ne ho incontrate tante, vi giuro tante..... ma anche avendo vissuto storie importanti, storie belle, storie di sesso, storie di amicizia.... beh una TE, una Te vera... una TE che non avesse qualcosa che per me non era quello che cerco in una Te, beh non la ho ancora incontrata e ormai mai la incontrero' oppure peggio.... quando la incontrerò sarò cosi "sfatto"  da vederla passare senza riuscire a coglierla... il dramma di una vita :-)

Quindi passo alla canzone di Vasco che ormai avrete capito ADORO... perché da la chiave di chiusura di questo post che potrebbe andare avanti per ore ma che forse il seme del senso lo ha piantato! 



A tutti una dolce notte
Il Lupo 



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