Che cosa e’
Dark Angel? E’ da quando e’ "nato" che me lo chiedo spesso anche io...
Dark Angel è forse un sogno, un sogno che ricorre nella mia mente da quando ero
bambino e mi perdevo tra le pagine dei libri che leggevo... Pensavo che un
giorno anche io avrei scritto un qualcosa che avrebbe colpito, interessato, affascinato le persone, se lo
avessero letto!
Ho sempre sentito il desiderio di comunicare quello che la mia anima sente.. solo che spesso non si sa, non si trova il modo, il mezzo adatto così questa idea ha
viaggiato con me da sempre e fino a poco tempo fa e’ rimasta tale, un’idea, in
cui crogiolarsi nei momenti di relax...
A dire il vero qualcosa scrivevo già da
un pò, ogni tanto la mano prendeva possesso del sistema “ME ” e iniziava
a buttare parole, prima su carta poi, con l’avvento della tecnologia, su
tastiera... Visto che la maggior parte delle volte finiva che perdevo quello
che scrivevo ho deciso di creare Dark Angel, che quindi non e’ altro che il
contenitore “virtuale” delle mie parole... Per ora e' solo un gran casino, un groviglio di parole, immagini, sensazioni.... chissà magari un giorno riuscirò a
dar loro un filo e un senso per farle diventare qualcosa che somigli ad un libro. ;-)... In attesa pero' ho deciso di pescare dallo scatolone ogni tanto qualcosa e "regalarvelo"... vediamo cosa ne pensate :-).
“
La mattina era fresca, una di quelle mattine in cui la pelle si tirava al
contatto con l'aria... aveva piovuto tutta la notte e forti temporali su verso
nord avevano fatto scendere sensibilmente la temperatura.
Era
contento, non amava molto il caldo, non si sentiva a suo agio quando il sole
troppo forte gli impediva di muoversi senza iniziare a patire e a sudare...il
caldo quasi gli bloccava le reazioni sia fisiche che mentali, quindi, oggi si
sentiva un leone.
Era uscito
presto al mattino, abbondante colazione al solito bistrot , caffè caldo in
tazza grande come piaceva a lui... adorava chiudere la mani intorno alla tazza
e sentire per un attimo l'aroma del caffè che gli saliva al cervello.... gli
odori..... i profumi.... da sempre erano per lui importanti... fonti di
emozioni forti. Insieme al caffè una mega fetta della meravigliosa crostata di
mirtilli di Mary, la padrona del bistrot, un donnone sui 50/55 anni poco
simpatica ma cuoca fantastica specialmente per i dolci, torta che oggi era
ancor più buona.." Mary oggi ti sei superata, se ne può avere
un'altra fetta? questo freddo mi ha messo una fame....grazie Mary". Lei
senza nemmeno girarsi e soprattutto, come suo solito, senza una parola, solo
con un sorriso più di convenienza che altro ne tagliò una fetta e gliela fece
portare dalla ragazza addetta ai tavoli....
Lui
osservava sempre la ragazza che serviva nel locale, non tanto perché la
trovasse bella anzi era bruttina a dire il vero, ma per il fatto che era molto
aggraziata e aveva un profumo di buono, non un profumo artificiale, quello che
lui sentiva era il profumo della sua pelle misto probabilmente all’ammorbidente
che usava per lavare la biancheria, la divisa forse, ma a lui piaceva pensare
che quel profumo arrivasse da sotto la divisa, dalla biancheria intima che stando
a stretto contatto con il corpo mescolava i due aromi e li faceva uscire a
piccole ondate, specialmente quando lei le si avvicinava e si chinava
leggermente verso di lui, come ora mentre gli posava davanti la fetta di torta.
Non sarebbe
mai entrata nelle sue più intime fantasie, non lo aveva colpito fino a quel
punto ma gli piaceva osservarla e trascorrere 5 minuti del suo tempo a pensare
a come poteva essere sotto i vestiti….. sembrava carina fisicamente ad
osservarla bene.
“Wow
ragazzi che torta” mormorò tra se, “se non fossi un po’ in sovrappeso me la
mangerei tutta.” e intanto per distrarre la sua parte golosa si guardava
intorno.
Il bistrot
non era bellissimo, non di sicuro come quei locali alla moda che riempivano il
centro. Era un posto semplice, ma che Mary, faceva di tutto
per poter rendere
gradevole. Certo il profumo dei suoi dolci avrebbe reso
accogliente persino uno
scantinato pieno di carabattole ammuffite, ma Mary,
che all'apparenza sembrava
piuttosto antipatica, metteva in quel locale
tutto il suo amore. Non è che
potesse fare i miracoli, il locale non era
suo, e l'affitto era salato. Quindi
a lei rimaneva ben poco per le migliorie.
Il
proprietario, quel pidocchioso bastardo che era Jeremy Moore
, con in testa
sempre e solo quel suo cappello di feltro blu, indipendentemente dalla
stagione, non concedeva molte libertà a Mary.
I mobili
dovevano rimanere quelli, sempre i soliti, da almeno venticinque anni. Secondo
le sue teorie sedie e tavoli avevano la loro importanza nel dare ai clienti
un'idea di continuità con il passato.
Persino il bancone, ormai consumato
dall'uso, continuava a campeggiare sulla
sinistra del locale, la sinistra
appena entrati, si intende. Perché così
voleva Jeremy. Mary ci provava, ci
provava ogni giorno. Le frecciatine non
mancavano, le allusioni neppure. Ma il
mobilio rimaneva lo stesso.
Prima dell'apertura metteva fiori freschi sui
tavoli, fiori che appassivano
presto a causa del fumo, del caldo e della
mancanza di acqua. Jeremy non
voleva vasi di fiori, li odiava, e aveva proibito
di metterne sui tavoli.
Aveva concesso a Mary, ma solo dopo uno scontro rimasto
nella storia di quel
posto, dei bicchieri lunghi e sottili. I bicchieri delle
bibite per
i ntenderci. Proprio quelli. E, quindi, che ci poteva fare Mary con
quei
fiori? L'acqua del bicchiere evaporava subito e i fiori morivano. Il senso
della
cosa non l'aveva mai capito nessuno, Ma Jeremy era assolutamente
irremovibile.
Nel locale
le solite facce assonnate, tutta gente del posto, sempre gli stessi..o andavano
fuori città a lavorare o arrivavano da fuori ma era impossibile indovinare chi
andasse e chi venisse, l’espressione era una sola per tutti…… Giù nel tavolino
nascosto nell’angolo più buio della sala il vecchio Frank si stava già scolando
un bel bicchierone di vino , rigorosamente nero, il bianco gli dava il mal di
stomaco diceva….. diavolo ad uno stomaco che inizia alle 7.00 della mattina a
bere vino che cosa mai potrà fare male?? Nemmeno la trielina….. e gli scappò da
ridere, risata che si affrettò a nascondere subito, il vecchio Frank non era
molto spiritoso e avrebbe attaccato immediatamente briga se si fosse accorto
che si stava ridendo di lui…….. non era il caso di iniziare la giornata
sopportandolo…….. era meglio guardare altrove……..
Era ora di
andare, l'agenzia per la quale lavorava avrebbe aperto a minuti e a lui non
piaceva essere in ritardo, mai.
Pagò ed
usci nell'aria del mattino, diavolo, un brivido gli corse lungo la schiena,
faceva veramente fresco, cosi si chiuse la giacca che seppur estiva faceva il
suo dovere e si incammino su per la strada che lo avrebbe portato all'agenzia.
Fino li era venuto con il furgone, un vecchio Ford transit che aveva acquistato
anni prima per 2 soldi in un garage, i proprietari lo stavano per buttare ormai
aveva poco da dare al mondo ma lui lo aveva notato e nella sua mente aveva
visto in pochi secondi che cosa poteva diventare.... ci aveva speso un sacco di
soldi per renderlo come piaceva a lui ma ora era un gioiellino, il motore
cantava al giro della chiavetta, come un tenore che inizia a mezzo tono ma e'
pronto a tirare fuori da dentro tutta la potenza della voce.... anche il Ford
era cosi.... un mezzo dall'aspetto comune che non attirava l'attenzione ma in
grado di scatenare parecchi cavalli alla minima pressione del piede sul
gas. Dentro ci si poteva tranquillamente vivere... c'era tutto quello che
serviva ma discretamente occultato in un mobilio in legno fatto da lui
personalmente. Era fiero del suo lavoro come era fiero di tutte le cose che
faceva, era un perfezionista si... ci perdeva una marea di tempo sulle cose ma
alla fine non potevano essere finite in modo migliore.
Lo aveva
parcheggiato li vicino in un posto sicuro e non troppo in vista, non gli
piaceva andare all'agenzia con il furgone e non gli piaceva farlo troppo notare
in giro, non solo ne era geloso ma era sconveniente che troppe persone lo
vedessero, quindi via a piedi tanto erano solo pochi minuti e sgranchirsi un
po' le gambe gli avrebbe fatto solo che bene.
( Continua ... )
Il Lupo
Ma, Rickyyyyyyyyyyyyyyyyyy, ma che meraviglia è questa?????
RispondiEliminaSono sbalordita, sai?
Ho letto tutto d'un fiato, incollata alla sedia, in apnea!!!!!
STRAORDINARIO POST!!!!!!!!
Sei stato bravissimo!!!!!!
Bellissimo mi piace molto come ti soffermi sulle sensazioni...descrizioni dei particolari. ..scorre tutto piacevolmente sei proprio bravo complimenti. ..curiosa di capire come evolve la storia. .
RispondiEliminaGrazie per averla condivisa
E bravo Lupo! Perchè lo tenevi nascosto? Tiralo pure fuori che a quanto pare le lettrici, almeno tre, le hai trovate.
RispondiEliminaCocordo con Giusi, ti soffermi sulle sensazioi inmodo particolareggiato ma con leggerezza. Sembra quasi di provarle noi...
Solo una cosa. Coisa ci nasconde questo personaggio che no vuole che il suo furgone fosse visto da trope persone?
Alla prossima! Ciaoooo
Belli i racconti pieni di dettagli!!!
RispondiEliminaAspetto il seguito :D
Maira
davvero davvero felice di aver seguito le tracce del Lupo dall'armadio fin qui...
RispondiElimina@Carla sono felice io che tu sia arrivata, benvenuta :-).. Quando vuoi passare di qui sarà sempre un piacere averti come ospite.
EliminaBuona serata
Il Lupo
Egoisticamente quella di pescare dallo scatolone per regalarci frammenti di "Dark Angel" la trovo una magnifica idea!
RispondiEliminaQuesto inizio di giornata " al solito bistrot" promette davvero bene!
Un caro saluto ;-)
Che meraviglia di racconto! Ci sono anche io tra le lettrici e ha ragione Pinkg: idea magnifica quella dello scatolone da cui pescare frammenti di storie e di emozioni.
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