sabato 29 novembre 2025

Artemisia (Parte V) (Revised)

 




C’erano milioni di pensieri nella mia testa.

Io sono uno addestrato a tenere la mente su quello che nel momento è la missione ma questa notte non riuscivo a farlo. Mentre ero sul divano e cercavo di prendere sonno mi si accavallavano milioni di pensieri ma quello che continuava a distrarmi era Misia.

Io quel giorno che passavo “casualmente” sotto casa sua non era veramente del tutto casuale.

Misia l’avevo già vista tante volte dalla finestra di camera mia perché per il lavoro del Team, tenevamo sotto controllo un magazzino esattamente sotto il suo balcone. In quel magazzino che era in vendita da anni e che nessuno aveva acquistato c’erano dei movimenti sospetti legati alle nostre indagini. Noi tenevamo sotto controllo ogni immobile che non era in vendita o venduto perché spesso è li che si possono sviluppare crimini. Un magazzino in vendita da anni su tutti i siti di vendita che non era mai stato venduto ma con continui movimenti particolarmente strani specialmente la notte e la mattina presto quando anche gli uccellini ancora dormono accendeva allarmi nei nostri sistemi. Noi non dormiamo mai e alziamo l'attenzione a massimi livelli quando capiamo che ci sono movimenti strani. Spesso le cose che passano troppo inosservate creano sospetti, quando tutto pare troppo normale e schematico i nostri "sensori" si accendono.

 Cosi, osservando quel magazzino ho notato due gattoni meravigliosi che stavano sul terrazzo dell’appartamento sopra. Due Maine Coon uno più bello dell’altro… Io li chiamavo durante le giornate tanto dovevo fare finta di abitare li, di essere una persona normale che vive nella sua stanza, di uno che si fuma tranquillamente una sigaretta alla finestra. Un giorno, attratto dai due gattosi, io amo i gatti, con la telecamera del telefono li stavo ingrandendo e spiando tanto quell’appartamento era praticamente quasi sempre chiuso come se non ci abitasse nessuno, quando mi appare nell’inquadratura una meraviglia di donna che esce sul terrazzo e si mette a stendere. Per poco mi cade il telefono dalle mani, uno perché non me lo aspettavo, due perché lei era veramente bella, tre perché non volevo passare per maniaco stalker. Ma lei mi è rimasta nella mente… Io nella mia confusa vita ho visto tante cose belle… per cose intendo posti, quadri, statue, scenari, boschi, piante, fiori, donne…. Insomma ogni forma di vita che trasmettesse emozione….. e lei lo era.

Le ho scritto una lettera ma non sapevo come recapitargliela perché sapevo il palazzo ma non l’interno dove abitava.

Quel pomeriggio che la trovai nei guai con quei due imbecilli stavo facendo un giro di controllo del magazzino sotto casa sua, non ero li per caso come le avevo detto. Facevo una passeggiata di controllo ma in tasca avevo la lettera che le volevo far avere. Avrei potuto trovato facilmente il suo indirizzo ma so che può sembrare follia, io volevo trovarlo senza usare i mezzi che avrei tranquillamente potuto usare. La verità era che non riuscivo a resistere all’emozione che provavo vedendola.

Ora ero sdraiato sul suo divano, lei era nell’altra stanza che dormiva…. Io ero in preda ad una confusione mentale che non mi lasciava dormire. Cosa dovevo fare? Fare finta di nulla perché sarebbe stato difficile spiegare il tutto oppure lasciarle la lettera. Dirle “ quasi” tutta la verità, raccontarle un sacco di palle, fare finta di nulla…. Un gorgo di pensieri che alla fine mi stordirono talmente tanto che mi addormentai per qualche ora.

Mi svegliai verso le 6 del mattino, dovevo andare via e anche veloce.. dovevo dare il cambio ai ragazzi che si erano fatti la notte a lavorare. Mi alzai dal divano, piano piano per non svegliare Misia che se la dormiva alla grande. Andai in cucina, mi feci un bel caffè doppio per riprendere conoscenza e preparai il caffe a lei… Orzo… io se bevo un caffè d’orzo mi cago addosso per due giorni ma lei quello beveva, quello ho trovato nella caffettiera prima di riempirla di caffè serio che aveva forse per gli ospiti… io ero un ospite e famelico di caffè nero bollente.

Dopo il caffè io non posso non fumare una sigaretta, sempre sul terrazzo con i gattosi, appena finiti i vizi della mattina, andai in camera sua in punta di piedi, le diedi un bacio leggero sulla testa, lei fece un verso di chi sente ma dorme.. le lasciai un biglietto in cucina vicino alla macchina del caffe. “ grazie Misia io non so cosa succederà ma non mi interessa in fondo… ho vissuto dei bellissimi momenti, come non succedeva da anni… qui sotto hai il mio numero di cellulare, se hai voglia di sentirmi chiama quando vuoi. Sei bella Misia… “

Uscii di casa e le lasciai nella cassetta della posta la lettera che volevo portarle, era anonima perché quando l’avevo scritta non sapevo chi fosse…

La lettera era questa ….. a questo punto non importa cosa succederà… qualcosa succederà…. E che il mondo vada dove deve.

..................

Ciao, forse non dovrei scriverti questa lettera… in fondo non so chi sei, quanti anni hai, che vita fai, se sei sposata, fidanzata, che tipo di persona sei...so solo dove abiti……

A questo punto credo che sia meglio farla facile, senza mettere tante inutili parole di preambolo tanto non servono mille giri di parole, renderebbero tutto ridicolo quando ridicolo potrebbe non esserlo…. Quindi ti dico le cose come mi escono dall’anima.

Tu abiti in Via Sacchio e sei la “mamma” di quella meraviglia di gattone, gattoni che stanno sempre sul terrazzo…. Io è un periodo che sono praticamente sempre in casa perché mia mamma non è stata molto bene, l’hanno operata al cuore dopo due anni di agonie ospedaliere e quindi ho molto tempo “libero” tra un momento da badante e l’altro :-). Dalla mia finestra si vede il tuo terrazzo, io abito vicino a te e passando del tempo alla finestra almeno vedo un po' di verde e di movimento, ho visto il tuo gattoso che poi ho scoperto essere due gattosi, ho visto la rete che gli hai fatto per farli stare fuori che e’ una genialata…. Credevo che i gattosi fossero la cosa più’ bella di quell’appartamento…. Ci parlo tutti i giorni, li chiamo e lui, quello rosso con la pettorina bianca che è una meraviglia di gatto, credo abbia imparato a riconoscermi….quindi per me era la cosa più bella di quell’appartamento che è quasi sempre “chiuso”… fino al giorno in cui spiando il gattoso sei spuntata tu…. In quel momento ho dovuto ricredermi su cosa fosse la “cosa” più’ bella di quell’appartamento!

Ti confesso…. Stavo guardando il micio con la fotocamera del telefono per ingrandirlo e nell’immagine sei apparsa tu che stavi stendendo la biancheria…. Per poco mi cade il telefono dalla finestra :-). La tua eleganza di movimenti è rara ai giorni d’oggi.

Quindi le cose da fare erano due….. fare finta di non averti visto e continuare a spiare il micione oppure cercare di vederti ancora…. Perché tu penserai che io sia un pazzo e forse lo sono anche ma la tua “immagine” mi è rimasta impressa nella mente e sarei un bugiardo se dicessi che non ho cercato di rivederti anche solo per capire se eri stata un’ allucinazione oppure se eri veramente decisamente bella…. Le cose belle a volte si incontrano per caso, specialmente quando non le cerchi…. Certo non e’ detto che siano “destinate” a noi ma come si fa a non apprezzarle quando le hai davanti?

Io sono sensibile alla bellezza, che sia di un fiore, di un quadro, di un albero, di un animale, di una donna… e tu mi pari decisamente una “cosa” da osservare con particolare attenzione, certo non vorrei passare per uno stalker perché ti assicuro che non lo sono :-)…. Sono sensazioni. Ti è mai capitato di osservare una cosa anche di sfuggita e provare un’ emozione? Beh tu sei un’emozione….. solo per questo mi permetto di scriverti quello che penso…. Magari mi consideri inopportuno e se cosi è me ne scuso…. Ma come dice Vasco “...la vita è un brivido che vola via . E’ tutto un equilibrio sopra la follia ….Sopra la follia…”. 
La follia ti rende vivo e ti fa pensare e osare, poi quello che accade è quello che il destino ha deciso che accadesse. Sai che sono mesi che ho scritto questa lettera? Ma non ho mai avuto il “coraggio” di fartela avere oltra al fatto che non sapevo come fartela avere…..

Perché non dire quello che si prova? Al limite non ottieni nulla ma se non fosse cosi? Gli incontri non hanno regole e non per forza devono avere scopi, le emozioni nascono cosi, a volte dal nulla, quando meno te lo aspetti. Insomma ora ti lascio in pace….. se mai per caso la curiosità ti spingesse a capire chi sono il mio nr di cellulare è nascosto nella busta :-)…. magari il cellulare è troppo personale… se mi scrivessi su WhatsApp vedrei il tuo nr. di cellulare e capisco che non sapendo nemmeno chi sono possa non essere il caso….. ti lascio la mia mail, se sei curiosa scrivimi a: ********@gmail.com.

Se credi che tutto questo non sia opportuno io lo capirò e spero di non averti infastidita.

Qualcuno anni fa, cantava “ you can be Heros just for one day”… se vuoi mandarmi a “fare un giro” fallo :).

Ciao Mamma del gatto, anzi gatti più’ belli del mondo. Ah, io sono …. forse un giorno lo saprai.


(Continua ) 

Il Lupo


sabato 22 novembre 2025

Artemisia ( parte IV)

 

    


 Misia mi preparò il divano per la notte. Stava portando lenzuola, coperte, cuscini…. La fermai nella sua frenesia e le dissi “Senti non stare a sbatterti, a me bastano una coperta e un cuscino per dormire. Sapessi in che posti ho dormito nella vita… anche per terra sul tappeto per me andrebbe benissimo.”

“ Ma fa freddo la notte, qui staccano in riscaldamento, ti porto ancora..” Le misi in dito sulle labbra, le sussurrai all’orecchio di smetterla di svuotare armadi che per me cosi era perfetto, le diedi un bacio sulla guancia e mi sedetti sul divano”.

Lei sorrise “ vuoi una tisana? Io la faccio tutte le sere prima di dormire e mi sa proprio che questa sera la farò tripla vista la giornata”. Accettai la tisana con piacere.

Io amo le tisane e gli infusi specie se non sono quelli commerciali. Ho un negozietto di fiducia dove compro spesso questo tipo di tisane, tutte naturali… e’ una sorta di torrefazione gestita da un ragazzo iraniano. Ha sempre delle ottime tisane, infusi particolari e diversi tipi di caffè e di tè dalle varie parti del mondo, tutto molto eco-solidale, certo non a prezzi economici ma vale la pena spendere qualche euro in più per gustare qualcosa di naturale e non chimicamente lavorato come la maggior parte delle cose che si trovano in commercio.

Mentre aspettavo la tisana chiesi a Misia se potevo fumare una sigaretta. Io fumo tantissimo, assolutamente troppo ma un po’ il vizio un po’ il tipo di lavoro che faccio mi portano a spararmi una sigaretta dietro l’altra. Eppure da almeno 4 ore, da quando avevo incontrato Misia non mi era venuto nemmeno in mente di fumare.

“Basta che non fumi in casa, anche io fumo un po' ma odio l’odore del fumo stantio in casa. Vai a fumare sul balcone ma attento ai gatti, non soo abituati agli estranei e cerca di non farli entrare in casa se puoi”

“Hai dei gatti? Ma belli.. io li adoro i gatti… animali fieri che si fanno i cazzi loro ma sanno perfettamente come diventare ruffiani quando gli serve… come le donne, uguali” le dissi ridendo.

Lei bofonchio qualcosa che non era sicuramente un complimento verso di me mentre rientrava in cucina a preparare la tisana.

I gatti… sapevo benissimo che aveva due gatti, due meravigliosi Maine Coon, un maschio e una femmina che stavano sempre sul terrazzo. Lei spesso era via e per non lasciarli chiusi in casa avendo un bel balcone aveva fatto installare una rete alta fino al soffitto del terrazzo in modo che i gattoni potessero stare fuori senza rischiare di cadere. Come facevo a conoscere i due gattosi? Li vedevo da mesi dalla finestra di casa mia, dalla mia camera da letto, anzi ormai ex camera da letto visto che ci avevamo installato la stanza di controllo degli “Avengers” come li avevo chiamati scherzando prima con lei.

Le avevo mentito su quello di cui effettivamente mi occupavo, non mentito del tutto ma alleggerito un po' la reale mia posizione perché non potevo dirle la verità.

La verità è che io sono a capo di una task Force che collabora ed è in parte composta da uomini e donne dei reparti speciali della Polizia italiana come i NOCS ((Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza) , dell’Intelligence internazionale, compresi i famosi servizi segreti che non sono una leggenda. In supporto abbiamo nuclei dei Carabinieri come il GIS ( Gruppo intervento speciale) e di alcuni reparti particolarmente speciali dell’Esercito come la Folgore, gli elicotteristi del REOS e in casi di problemi particolarmente complessi abbiamo possibilità dell’intervento degli Incursori dell’Esercito. In più tramite l’Intelligence abbiamo possibilità di sfruttare il supporto dello stesso tipo di forze speciali anche internazionali. In passato abbiamo collaborato con l’FBI e la CIA americane, le risorse non ci mancano quando servono.

Il nostro lavoro è basato sia sul controllo di determinati flussi di dati via web, come transizioni economiche sospette e intercettazioni di comunicazioni che, sulla base di informazioni a nostre mani, fornite dai vari reparti coinvolti nel “programma” ci portano ad approfondire determinati tipi di indagini. Indagini che da qualche anno sono supportate da un programma di intelligenza artificiale con il quale riusciamo a velocizzare in modo fantastico l’analisi delle varie ramificazioni di questi movimenti quanto meno sospetti e su quella base riusciamo a far partire diverse indagini che spesso portano a successi importanti. Ci occupiamo anche del monitoraggio di attività illecite direttamente sul territorio, attività spesso legate a traffici internazionali decisamente illegali.

Quindi ero fuori sul balcone a fumare, seduto per terra e con i due gatti intorno che mi annusavano e studiavano. Conoscevano la mia voce. Li chiamavo spesso dalla finestra quando li vedevo sul bordo del balcone. Ora il maschio, che era di una meraviglia incredibile mi era salito in braccio e faceva il suo lavoro da gatto, si prendeva un milione di coccole quando Misia uscì sul balcone per dirmi che la tisana era pronta. Si fermò un attimo fissandomi “ ora mi spieghi come hai fatto “ mi disse seria.

“Come ho fatto che cosa?” le risposi non capendo dove voleva arrivare.

“ Hai in braccio il gatto. Garfield si chiama ed è stronzo come quello dei fumetti. L’ho preso che era un cucciolo ma in 6 anni che sta con me non mi è mai salito una volta in braccio, tu sono 5 minuti che sei con lui e sta facendo le fusa sulle tue gambe?”

“ ma io mi sono seduto per fumare e lui è arrivato”. Non potevo dirle che erano mesi che lo chiamavo e quindi conosceva la mia voce e poi io con i gatti ho sempre avuto un ottimo rapporto, li stimo, sono degli animali estremamente intelligenti, capaci di adattarsi a diverse situazioni e soprattutto dei gran figli di puttana, nella vita a volte serve e i gatti sono maestri in questa arte.

“ Garfy sei uno stronzo ingrato” disse con il dito puntato verso il gatto che la guardava con un muso da furbo che se ne sta strafottendo di quello che gli stai dicendo.

“ e tu incantatore di gatti vieni a bere la tisana prima che diventi fredda” disse a me con l’aria di chi vuol fare la seria ma non ci riesce.

Bevemmo la tisana in silenzio, facemmo ancora due chiacchiere poi lei mi disse che doveva andare a dormire perché domani sarebbe dovuta partire per lavoro, un paio di giorni mi disse.

Anche io era meglio che riposassi qualche ora prima di tornare a casa ad affrontare Moz e Tempesta, Moz non mi preoccupava più di tanto, lo potevo prendere in braccio come il gattone ma Tempesta.. Lei si che mi preoccupava perché una che si chiama Tempesta ed è incazzata non è il massimo da trovarsi di fronte.

Mi sdraiai sul divano e cercai di rilassarmi e prendere sonno ma i pensieri come al solito si facevano strada nella mente.

(Continua...) 

Il Lupo



mercoledì 5 novembre 2025

Artemisia parte III (Revised)

 



 Rimanemmo un po’ cosi, in silenzio. Ognuno assorto nei suoi pensieri che poi probabilmente erano pensieri convergenti sull’emozione che tutti e due stavamo provando.

Ero sempre in ginocchio davanti a lei, mi tirai su in piedi visto che non avevo più l’uso delle ginocchia dal tempo passato in quella posizione accovacciata.

“ Senti ora devo proprio andare, si e’ fatto tardi.” le dissi a malincuore.

Avevo avvisato casa che avrei fatto tardi ma non cosi tardi, pensai tra me e me.

Misia si alzò di scatto e corse davanti alla porta di casa… io la seguii con lo sguardo mentre mi infilavo la giacca e raccoglievo le mie cose.. Si parò davanti alla porta con la posizione che hanno i sergenti a Naja quando si parano davanti alle reclute. Braccia conserte, gambe larghe, petto in fuori.

Io scoppiai in una risata e le dissi “ e tu vorresti fermarmi con quella posa minacciosa?” “ guarda che ho fatto il militare e personaggi messi cosi ne ho visti un bel po' e non mi facevano paura all’epoca quando avevo 18 anni, figurati ora che ne ho qualcuno in più sulla schiena”.

Lei cercò di farsi seria “ dovrai passare sul mio corpo per uscire” e rise.

“Misia adesso basta, io sul tuo corpo se ci passo ci rimango per un paio di giorni… dai spostati e fammi uscire, devo andare via veramente.”

Non si spostò nemmeno di un millimetro. “ senti ti posso chiedere per favore di rimanere qui stanotte, con me?” mi disse a mezza voce… era veramente preoccupata, non giocava ora.

Io stavo per aprire bocca per ripeterle quello detto prima e cioè che non avrei passato la notte con lei, anche se stavolta l’idea mi stava quasi facendo per cedere quando disse : “ Qui con me ma dormirai sul divano. Mi sentirei più sicura dopo quello che è successo oggi, il divano e’ comodo.. ti prego ti prego ti prego…solo stanotte” mi disse con quel cazzo di sorriso e quegli occhi che tutte le volte che mi fissavano mi impantanavano dentro di loro come quando cammini nel bosco, nel muschio fresco di pioggia… le scarpe rimangono quasi assorbite dal muschio, è come se quel tappeto morbido ti trattenesse per un attimo, devi metterci più forza per fare i passi, per uscirne… beh i suoi occhi erano cosi… ti rallentavano, ti prendevano, ti rapivano.

“Misia fammi pensare un attimo come fare, io dovrei veramente andare via.”

“ Dovrei dare il cambio al mio collega.. Facciamo un lavoro un po' complicato. Io sono un programmatore informatico ma non uno qualsiasi. Mi occupo di elaborazione e verifica dati per una grande e decisamente importante azienda internazionale. Sono a capo di una sezione un po' particolare, facciamo elaborazione di dati particolarmente sensibili e lo facciamo 24 ore su 24. Analizziamo i flussi dei dati dei vari paesi del mondo e come puoi immaginare ci sono parecchi fusi orari e parecchie variabili di cui tenere conto… inizi dalla Cina al mattino presto per fare il giro del mondo e passare negli Stati Uniti e più giù quando qui e’ notte fonda. Siamo un team ma io sono il coordinatore capo e non posso sparire senza avvisare, devo fare una telefonata, vedo se posso restare”.

“Fai pure Ricky “ mi disse come se le avessi detto che dovevo andare a fare le pulizie in un ufficio.

“Ma ti prego cerca di rimanere” mi disse seria questa volta.

Feci il numero sapendo già le bestemmie che mi sarei preso dall’altra parte del telefono… ero si il capo ma questo non voleva dire che potevo fare quello che volevo e sulle spalle degli altri. In fondo il capo generalmente fa quello che gli gira e che è importante in certi momenti ma io non volevo che il Team avesse problemi, sopratutto non nei miei confronti. Lavoriamo insieme da qualche anno e si è instaurato un clima che è fondamentale per quello che facciamo, non voglio che nulla e nessuno lo incrini, tanto meno io.

Il telefono dall’altra parte fece due squilli e il collega risposte con il suo solito skazzo.

“ si pronto, sempre pronto”.

Rimasi un secondo in silenzio perché immaginavo la sua espressione…. Moz era uscito da un fumetto perché solo un disegnatore poteva mettergli sulla faccia le varie espressioni che negli anni avevo visto ed imparato a capire.

“ Ciao Moz, sono Lupo.. senti ho un problema e so già che mi maledirai ma dovrei rimanere fuori questa notte, devi occuparti tu del controllo dati.”

“ Ma che cazzo dici Rick, sono ore che sono qui, merda, porca puttana.” Un momento di silenzio che sapevo benissimo essere la crescente formazione di un tornado di maledizioni.

“ Porca troia non ho più gli occhi a forza di stare qui davanti a sto merda di schermo, dove cazzo sei finito? Aspettavo il cambio un paio di ore fa… anche se sei il capo Rick non è che puoi fare il cazzo che vuoi chiaro?… Porco cazzo”. Lo lasciai sfogare, sapevo bene che si sarebbe calmato subito e in effetti passarono 20 secondi di silenzio e Moz disse : “ Ok capo scusa… ma cazzo qui sai come funziona… non esco da 12 ore e manco a pisciare posso quasi andare, inizio ad averne le palle piene, molto piene.”

Gli risposi con la calma del caso. “ Ascolta Moz, sai bene che non ti chiederei una cosa del genere ma al momento non posso rientrare e quando domani lo farò parleremo e capirai che nonostante tutto sarà stata una mossa decisamente importante”.

Abbassai la voce, non volevo che Misia sentisse. “fidati di me Moz, domani ti spiego tutto ma ci saranno novità importanti tutte a nostro vantaggio.”

Dall’altra parte silenzio… Moz stava bestemmiando e anche pesantemente ma non poteva farlo ad alta voce, non con me, stava tirando giù santi del paradiso e su demoni dall’inferno ma tutto nella sua geniale mente perché lui era si una bestiaccia ma anche la mente più brillante che avessi mai incontrato nei lunghi anni di lavoro.

“ Provo a sentire se Tempesta ti può dare il cambio ok? Ma non prometto nulla… Ti mando un messaggio appena riesco a sentirla”

“ricevuto, ciao.” il telefono attaccato in faccia, questo era Moz, poche parole, un sacco di parolacce, sigaretta sempre in bocca ma era uno dei migliori dello staff, bastava sapere come prenderlo.

Chiamai Tempesta che chiaramente e molto elegantemente mi mando a quel paese ma accettò di dare il cambio a Moz… Ero salvo per un po’ ma Tempesta me la avrebbe fatta pagare, era ad una festa in un locale esclusivo ed erano mesi che voleva andarci…. Anche da lei bestemmie e parolacce e fare arrabbiare Tempesta non era cosa saggia ma il lavoro è lavoro e il capo ero sempre io alla fine.

Mandai il messaggio a Moz e misi via il telefono un po’ provato. Ripresi fiato mi girai e Misia era appoggiata allo stipite della porta della cucina. “ Lupo?” disse ridendo. “ Tu saresti Lupo? Quello con cui parlavi Moz e poi appare pure una che si chiama Tempesta? Ma chi siete i fantastici 3? Il quarto come si chiamerebbe di grazia?” e rideva come una matta. Io misi su la mia espressione più seria e le dissi

“ Il quarto esiste e si chiama Predator, ridi ridi “. “ e poi noi siamo Avengers non i fantastici 4”. Le dissi non riuscendo a trattenere un sorriso sornione.

Misia stava per farsela addosso dal ridere….. Lei rideva ma noi eravamo veramente una sorta di Avengers.  



 

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